É una delle personalità di spicco della cultura salentina. È nato a Manduria (Taranto) nel 1933. La sua formazione avvenne a Lecce presso l’Istituto Statale D’Arte “G. Pellegrino” sotto la sapiente guida dello scultore Guido Gremigni. Dopo il trasferimento del maestro fu lui ad occupare la cattedra di scultura, sempre nello stesso Istituto, dal 1952 al 1992. Gennari è un artista sensibile e tecnicamente consapevole delle infinite potenzialità espressive della pietra che costruisce sapientemente solcandola con un grafismo quasi pittorico. Questa tecnica gli permette di creare delle strutture eleganti, ma nello stesso tempo fortemente plastiche, che captano la luce e la rifrangono nei sottili effetti chiaroscurali. Le sue opere emanano una profonda spiritualità, è come se lo scultore avesse cavato dalla pietra, pazientemente, con lo scalpello e il palmo calloso delle mani, la luce dell’anima. Marcello Gennari è il poeta del fervore e della speranza, ma anche della malinconia. Non ha cercato nelle sue strutture compiacimenti estetizzanti né artificiosità intellettualistiche, ma profonda adesione ad un’intima realtà. La sua grandezza sta proprio in questo, nell’essere riuscito ad ottenere e a risolvere, con tutta umiltà, ma con la tenacia della propria fede, uno dei problemi essenziali della creatività artistica quello di identità tra vita ed arte. Le sue opere provano che nella scultura c’è posto per la mano e per la mente, per la narrazione e per l’evocazione, per la realtà e la favola, per la razionalità e il sogno. La sua produzione è sparsa tra musei e città italiane e straniere ma è doveroso sottolineare che ha lavorato molto per la sua Lecce, città da lui molto amata ed interiorizzata. Ricordiamo solo alcune tra le sue opere che gli hanno procurato successo e fama: la struttura che si trova nella sede della Radio Vaticana a Roma, una grande scultura che simboleggia il mondo e le onde dell’etere che gli gravitano intorno; un altorilievo (6 m x 25 m) per la chiesa dei Salesiani, la statua della Madonna alta quasi cinque metri e tutto l’arredo per la chiesa di san Domenico Savio a Brindisi. Ha ricevuto numerosi premi ed attestazioni per la sua indiscussa bravura.